La calibratura di frutta è un aspetto fondamentale nella commercializzazione, oggi con ritardo anche per la carota si sta seguendo l’esempio della frutta.
La calibratura di frutta e verdura è sempre più un aspetto fondamentale nella commercializzazione di questi prodotti; la grande distribuzione esige infatti che questi vengano presentati al consumatore con la massima uniformità, sia per quanto concerne la forma che l’aspetto oltrechè, talvolta, le caratteristiche organolettiche.
Per le carote, a differenza di quanto fatto con molti frutti e qualche vegetale, fino a ieri si procedeva ad una calibratura unicamente per diametro e talvolta per lunghezza, mediante calibratrici meccaniche a rulli. Oggi con colpevole ritardo, dato pure dalla scarsa offerta di macchinari adeguati a tale lavorazione, anche per questo ortaggio si sta seguendo l’esempio della frutta. Questo significa l’utilizzo di calibratrici elettroniche, che permettano di suddividere i prodotti non solo sulla base di caratteristiche dimensionali, ma anche qualitative.
Per prodotti come gli asparagi o i pomodori sono ormai diversi anni che si utilizzano calibratrici elettroniche e, ultimamente, anche per le patate si è visto il diffondersi sempre maggiore di questi macchinari.
Non così per il mondo delle carote che, vuoi per la particolare difficoltà di analisi dei numerosi parametri da analizzare, vuoi per la mancanza di macchine performanti sul mercato, ha sempre nicchiato e rimandato il momento in cui operare questo passaggio fondamentale per entrare in una nuova era del confezionamento.
Da distinguersi dalla semplice selezionatrice che consente solo di fare una cernita tra buono e cattivo, funziona molto semplicemente attraverso l’analisi di ogni singola carota, fatta ad una velocità fantascientifica (1,075 m di carota al secondo garantiti), consentendo di classificare le carote secondo 3 diversi tipi di qualità (che saremo noi a determinare e che potremo modificare ogni qualvolta una partita diversa lo renderà necessario) e di suddividerle atraverso 5 differenti uscite (oltre quella per lo scarto) sulla base dei seguenti paramentri:
Il primo pensiero probabilmente che attraversa la testa di molti è che sia realmente qualcosa di enormemente complesso riuscire a programmare la macchina e districarsi tra tutti questi parametri, ma la realtà è che è qualcosa di semplicissimo e io per primo ho imparato a destreggiarmi tra i vari parametri in non più di mezz’ora. La teoria di fondo della macchina è che a ogni carota viene data una valutazione da 0 a 100, in relazione ad ogni parametro. Per ogni parametro io stabilisco quale sia il punteggio per una carota di qualità extra (la migliore), di 1° qualità e di 2°. Se una carota ha tutti parametri da extra, ma ad esempio un ciuffo troppo lungo per essere venduta come extra, finirà di conseguenza nella 1° o 2° qualità. Decidendo infine come utilizzare le uscite, e cioè incrociando i dati qualitativi con quelli dimensionali, otteniamo quello che è il risultato desiderato.
E il bello è che la macchina apprende man mano che lavora, come se fosse realmente un’operatore pensante, ma senza i fisiologici cali di rendimento.
1.Standardizzazione qualità: come è facilmente comprensibile, quando si lavorano tonnellate orarie di carote, é impossibile per gli operatori poter distinguere con la medesima precisione per diverse. Anche considerando di avere una capacità di concentrazione elevata, dopo 30 min/1 ora massimo l’occhio inizia a stancarsi, senza considerare tutte le possibili implicazioni emotive che possono ridurre la qualità del lavoro eseguito dall’operatore. Avere una calibratrice elettronica significa avere tutto il tempo on occhio al 100% della sua efficienza e senza che nessun ostacolo possa inficiare questa qualità.
2.Riduzione del personale e aumento della sua produttività: avere una calibratrice elettronica significa far acquisire un grado superiore di specializzazione ai lavoratori più meritevoli, dando loro nuove mansioni e riducendo il personale a basso valore aggiunto, che si occupa del lavoro di cernita. Automatizzare questa funzione e contestualmente spostare i lavoratori verso mansioni a più alto valore aggiunto significa aumentarne la produttività.
3.Aumento qualità del lavoro: qualità intesa come prodotto più qualitativo, in quanto molto più preciso, ma anche, in senso lato, come qualità del lavoro all’interno del magazzino, con mansioni più stimolanti e riduzione di quelle variabili che possono portare ad un alto tasso di abbandono del personale.
4.Tracciabilità totale e analisi dei singoli lotti: avere una calibratrice elettronica consente oggigiorno di poter monitorare tutte le carote che entrano in azienda, distinguendole per campo, conferitore o altro, mantendo perciò una traccibilità totale del prodotto, aspetto questo divenuto fondamentale.
5.Recupero scarti: saper distinguere con più accuratezza significa poter recuperare quantitativi di carote che, se all’occhio umano potevano apparire scarti, con una visione più accurata si rivelano in realtà adatte al recupero, attraverso una successiva lavorazione, che consente di eliminare totalmente quei difetti superficiali che non inficiano le caratteristiche organolettiche.
6.Connettività e diagnostica: con la calibratrice elettronica è possibile consentire al gestore del software un intervento in remoto per eventuali rallentamenti o malfunzionamenti e risolvere direttamente tutte le problematiche che possono occorrere sulla macchina, a livello elettronico. Non è quindi più necessario richiedere l’intervento in loco dei tecnici e dover attendere i relativi tempi di uscita. Inoltre, in tal modo, é possibile ricevere costantemente un affiancamento sulla programmazione della macchina e sulla massimizzazione delle prestazioni.
7.Possibilità di utilizzo anche con carote scolletate: non da ultimo, è importantissimo notare come anche con le carote da industria si possa avere un ottimo utilizzo della macchina, che consente di riconoscere quelle scollettate da quelle non (e che quindi han bisogno di ripassare nella scollettatrice) e tra i vari pezzi le varie dimensioni e qualità.
La sfida principale riguarda lo sviluppo di macchine con una maggiore produttività a costi sempre inferiori; infatti i magazzini di grandi dimensioni necessitano, per soddisfare le capacità produttive, di avere macchine che lavorano in parallelo. Tale soluzione, a prescindere dall’investimento oneroso (che comunque ha un rientro molto veloce), può comportare difficoltà nel caso in cui si abbia a che fare con magazzini con un layout preciso e poco spazio a disposizione.
Un’altra innovazione che porterà a un sempre maggiore efficiantamento, con riduzione di scarti e costi, sarà l’integrazione totale della la linea mediante un unico software, gestito dalla calibratrice (ma utilizzabile da qualsiasi location), che cosentirà di avere sott’occhio tutti i flussi del prodotto.
Alberto